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L’inizio del nuovo anno scolastico vede i genitori presi da un turbinio di cose da fare: tempi familiari da ristrutturare tra orari di ingresso e uscita dei figli dalla scuola, attivitร extra da scegliere e organizzare, il materiale da recuperare, i nuovi libri da comprare. Dalle nostre attivitร di psicologi scolastici, nei momenti di consulenza individuale e di incontri di gruppo, emerge sempre che dietro la concitazione del fare, c’รจ quel leggero nodo in gola nel vedere i figli andare via, con lo zaino in spalle.
Come per i loro figli, anche per i genitori c’รจ una buona dose di paura rispetto al futuro che si spalanca: avrร difficoltร nell’apprendere, riuscirร a sostenere l’ansia delle verifiche e delle interrogazioni, avrร amici in classe, le insegnanti saranno brave a fare il loro mestiere? E poi la paura piรน profonda: avremo noi genitori fatto bene il nostro mestiere? Perchรฉ la scuola รจ quel pezzo di mondo a cui si consegna il figlio e ogni valutazione fatta a lui รจ vissuta come una valutazione che si riferisce alle proprie capacitร genitoriali. Questo sentimento forte, ampiamente umano e piuttosto inevitabile, se non tenuto a bada, rischia di mettere i genitori in un assetto di attacco e difesa preventiva nei confronti della scuola, rischia di innescare conflitto tra scuola e famiglia e, non ultimo, impedisce di fare un passo indietro, distinguere i propri vissuti da quelli del figlio e accompagnarlo mentre con il suo zaino se ne va.