Genitori e bambini piccoli in quarantena
Viviamo in un momento in cui la nostra quotidianità è stata stravolta e, vietati gli assembramenti in strada, sembrano esserci invece assembramenti di emozioni e pensieri dentro di noi. Ovunque sui social ci sono consigli su come distrarci e occupare il tempo a casa, che altrimenti andrebbe “perso”: yoga, ginnastica, make up, cucina in stile Masterchef, e così via.Ci sono centinaia di proposte e tutorial sul web anche su come impegnare il tempo dei propri figli, dal recupero delle nozioni perse nell’anno scolastico in corso, a come costruire arcobaleni con il cartoncino. Internet, come pure la televisione, è uno strumento grandioso, occuparsi dei bimbi 24 ore su 24 certi giorni può essere davvero faticoso e ben vengano gli arcobaleni per tenere alta la speranza. A volte, però, c’è la tendenza diffusa a proteggere i figli dalle emozioni negative, da tutto ciò che può turbarli e, in questo periodo mi sembra, navigando in rete e dai racconti di tante mamme, che ci sia molta, spesso troppa, preoccupazione su cosa fare a casa per distrarli. I bambini, anche quelli piccoli, si accorgono quando qualcosa non va e colgono gli stati d’animo degli adulti anche grazie alla comunicazione non verbale. Minimizzare, negare o ipercompensare i vissuti di ciò che sta accadendo ora, senza parlarne con semplicità, può dare il via nella loro mente a fantasie ancora più spaventose della realtà. Allora, forse, per far sì che questo tempo sia proficuo e non solo un’attesa angosciante del ritorno alla normalità, un vuoto da riempire, bisognerebbe approfittare di questa costrizione a rimanere, attendere, sostare, per stare con loro senza saturare a tutti i costi il tempo dell’emotività. Fondamentale per i bambini il gioco e una routine più o meno stabile, ma pure parlare con loro di ciò che sta succedendo in modo adatto all’età, accoglierne le emozioni, anche quelle che sembrano negative nelle loro manifestazioni, come la tristezza, la paura o la rabbia. Condividerle, contenerle, farle fluire, potrebbe essere un’occasione per i genitori per far sì che questo tempo che ora ci sembra perso non sia perso per davvero. Secondo Wilfred Bion, famoso psicoanalista, è proprio dalla mancanza, dalla tolleranza della frustrazione che nasce il pensiero e si può davvero apprendere dall’esperienza. Questo vale per i piccoli, ma anche per noi adulti. Probabilmente non viaggeremo all’estero per un po’ di tempo, ma una cosa i genitori l’hanno imparata a memoria: quando sull’aereo danno le istruzioni su cosa fare in caso di emergenza, ci dicono di indossare il giubbotto di salvataggio prima di aiutare i bambini a metterlo. È normale sentirsi confusi, spaventati durante una crisi e tentare qualsiasi attività per recuperare qualcosa che al momento sentiamo perduto, ma se ci lasciamo sopraffare dall’angoscia del vuoto, dell’incertezza, come possiamo aiutare i bambini a vivere tutto questo? Tra le prime attività commerciali che riapriranno ci sono i negozi per l’infanzia: i pantaloni dei nostri figli di settimana in settimana si fanno più corti, ma anche i nostri sogni, le nostre emozioni, i nostri pensieri vanno avanti senza che ce ne accorgiamo e senza bisogno di tutorial. In un modo o nell’altro, di certo non senza fatica, abbiamo l’occasione di uscirne tutti cresciuti da questa storia, piccoli e grandi.
21 aprile 2020
Mariangela Caputo