Gli stati d’ansia possono comparire in età evolutiva, inevitabilmente colpendo soprattutto la vita scolastica. Il momento delle verifiche, delle interrogazioni, ma anche i momenti di socializzazione libera come l’intervallo, diventano molto angoscianti.

Gli stati d’ansia possono sfociare in veri e proprio attacchi di panico, momenti tremendi in cui ci si sente morire: il battito del cuore accelera, si suda, fino anche allo svenimento. Il corpo sembra ritirarsi sempre più dalle sfide evolutive.

Dalle esperienza cliniche, oltre il sintomo emerge una fragilità legata soprattutto ala difficoltà a tollerare le distanze, le separazioni, i cambiamenti nella vita e nelle relazioni che sono inevitabili con la crescita.

Si tratta sempre di bravi ragazzi e brave ragazze che chiedono continuamente all’adulto di essere confermati nelle loro qualità, di avere la loro approvazione, sono amici su Facebook di genitori e professori, patiscono molto all’idea di perdere gli amici.

I genitori possono essere spiazzati soprattutto quando il sintomo arriva all’improvviso e parla di fragilità di un figlio che fino a quel momento “faceva tutto bene”.

La preoccupazione legata all’evidente fragilità del figlio porta i genitori a cercare un modo per aiutarli, oscillando tra assecondarli e spronarli.

Gli stati d’ansia e gli attacchi di panico sono un segnale di cambiamento che fatica ad ingranare, un segnale che ha bisogno di essere compreso per rimettere in moto il processo evolutivo.

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